giovedì 28 agosto 2008

Sheva-Dinho-Kakà-Pato insieme? Si può

Stuzzica la fantasia e fa volare l'entusiasmo il fatto di avere in squadra tre palloni d'oro come Ronaldinho, Kakà e Shevchenko, più un giovane di sicuro talento come Pato. Il Milan quest'anno vive esattamente questa situazione. Ma quattro giocatori così possono giocare insieme? Io dico di sì. E' possibile, magari non sempre, magari non contro le grandi, ma certamente sì, nei match casalinghi, contro avversari più abbordabili.

Ancelotti ha scelto il 4-2-3-1. Tre trequartisti e un'unica punta insomma. Unica punta che con questi interpreti potrebbe essere Sheva. Anche in considerazione dell'età dell'ucraino, il sacrificio sulla fascia, a destra, potrebbe essere più 'facile' da chiedere al diciottenne Pato. Shevchenko nel Milan ha fatto una caterva di gol, partendo da ogni posizione. Potrebbe quindi adattarsi al ruolo di punta centrale: meno movimento, più uomo gol.

Kakà giocherebbe immediatamente alle sue spalle, il ruolo di trequartista centrale gli si addice alla perfezione, mentre Dinho avrebbe la corsia sinistra. Non dimentichiamoci di Seedorf. L'olandese, vista la grandissima concorrenza, potrebbe sì giocare meno rispetto al passato, ma giocare i match che contano. Meno quantità, più qualità. Proprio perché la convivenza in campo dei quattro grandi diventerebbe complicata negli incontri più delicati. Meglio un giocatore meno offensivo, capace di offrire un supporto più completo alla squadra.

Scelte complicate anche a centrocampo. I posti sono due. Uno è di Pirlo, giocatore che ritengo insostituibile, unico al mondo. Restano Gattuso, Ambrosini e il nuovo acquisto Flamini. C'è spazio per uno soltanto di loro. Per questo Ancelotti, che è sempre stato bravo non solo come allenatore ma anche come psicologo, quest'anno dovrà gestire la situazione con massima abilità.

Perché se a centrocampo sarà dura tenerne fuori due, ricordiamoci che in attacco c'è gente come Inzaghi e Borriello. Pippo è un computer, sa gestirsi, sa di non poter giocare sempre ma è abilissimo a farsi trovare pronto ogni volta in cui ce n'è bisogno, anche solo per 20 minuti. L'ex genoano è rientrato alla base quando lo scenario a Milanello era ben diverso. Ma la gestione di questi giocatori non rappresenterà a mio parere un problema eccessivo per Ancelotti. Staranno fuori, sì, succederà, senza nulla togliere alle loro qualità. L'impatto mediatico sarà comunque diverso. Spiegare un eventuale risultato negativo con in panchina gente come Ronaldinho sarebbe chiaramente molto più complicato.

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